Un cane bastonato, un pugile suonato, un uomo distrutto dal dolore ricevuto e procurato. Piero Marrazzo vorrebbe sparire, sprofondare, nascondersi sulla più lontana delle isole deserte (avrà pensato a quella dei Famosi?) pur di non vivere il momento più basso della sua vita di politico (ormai ex) e di uomo.
Ieri è comparso di fronte ai magistrati per raccontare nei dettagli quel pomeriggio torrido di inizio luglio, quando un vizietto personale gli è costato la carriera e la faccia. Ed ora? Ed ora chiede rispetto, attraverso la voce del suo avvocato:
Il mio assistito chiede di rispettare il dolore della famiglia, di sua moglie e delle sue tre figlie, di cui due minorenni. Non è più un uomo pubblico e da oggi solo il silenzio può proteggere i suoi cari.
Spiacente Piero, in fondo mi sei anche simpatico, ma le parole “rispetto” e “famiglia” pronunciate da te suonano un po’ stonate. Forse dovevi pensarci prima, no?