Emanuela Tittocchia, in seguito ad una mastoplastica additiva ha rischiato la vita ed ha avuto dei seri problemi causati dall’operazione.
In una intervista a Nuovo (riportata da Leggo) la bell’attrice ha detto:
Non bisogna sottovalutare nessun tipo di operazione. La mastoplastica additiva può sembrare poco complicata, ma si tratta sempre di chirurgia. Non ero contenta della mia seconda taglia Inoltre, dopo i miei problemi di anoressia, ero dimagrita troppo. Un anno e mezzo fa mi sono decisa, tuttavia ammetto di non essere arrivata particolarmente preparata all’appuntamento con il chirurgo. Un po’ perché non ho l’abitudine di fare indagini e di informarmi. E poi anche per la paura di sapere troppo: mi intimoriva conoscere in anticipo i dettagli di un’operazione che prevede un’incisione su una zona così intima e delicata come il seno.
Le complicazione, come racconta la Tittocchia ci sono state … e molte, nonostante si fosse rivolta ad una professionista che lei stesso conosceva per via di altri interventi a cui si è sottoposta e che aveva lasciato le sue amiche soddisfatte:
Mi sentivo tranquilla, quindi mi sono fidata di lui, ma sono sorti seri problemi . A due giorni dall’operazione sono stata dimessa, nonostante perdessi molto sangue. Una volta a casa, avevo febbre alta, nausea e dolori atroci. Quando, dopo tre giorni, sono tornata dal chirurgo per togliere le bende ero piena di ematomi. Avevo i fianchi neri. Nonostante mi lamentassi per il dolore, il medico che mi aveva operato continuava a dire che era il normale decorso post-opera- torio. Mi ripeteva: Ma come? Una donna in carriera come te, forte e determinata, si spaventa per queste cose?.
La povera Emanuela ritornata a casa è dovuta nuovamente tornare in ospedale a causa dei forti dolori e parlando dell’esperienza ha detto:
Sono tornata a casa; ma continuavo a star male e vomitavo di continuo. Mio cugino, che è medico, mi aveva detto di andare al pronto soccorso, il mio chirurgo però mi aveva consigliato di prendere solo un analgesico. Ho cercato inutilmente di dormire, quella notte. Ma i dolori erano troppo forti e allora ho raggiunto a piedi l’ospedale San Carlo di Roma. Avevo l’emoglobina bassissima, rischiavo un arresto cardiaco e lesioni cerebrali, volevano sottopormi a trasfusioni. Se vai a casa rischi di non tornare più, mi ripeteva una dottoressa. Quando ho visto che mi stavano preparando la barella, ho realizzato che la mia situazione era veramente molto grave. Desideravo solo di stare bene, speravo che all’improvviso quei dolori sparissero. E così è stato: dopo cinque giorni, una notte mi sono sentita guarire di colpo.
Insomma, l’attrice ha veramente rischiato la vita e forse con questa sua intervista aiuterà molte donne a pensare bene e valutare i pro e i contro di un’operazione di questo genere.
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