Gai Mattiolo, dalle stelle alle stalle

Bella vita, belle donne. un lavoro che soddisfa e che ti mette al centro dell’attenzione generale, tra applausi e consensi. Poi le luci si spengono e del mondo dorato che ti circondava non resta che un opaco ricordo, mentre dal tuo carro scendono via via tutti i falsi amici.

Si può riassumere così l’esistenza di Gai Mattiolo, un tempo uno dei migliori stilisti italiani, oggi un povero cristo (e scusate l’iniziale minuscola, ma non vorremmo confondere il sacro col profano) in cerca di rilancio.

Sulle sue passerelle hanno sfilato le migliori top model del mondo, da Naomi Campbell a Eva Herzigova, da Carla Bruni ad Alek Wek, dando luce alle sue collezioni, ma anche ricevendone, vista l’importanza del Marchio. Poi un bel giorno suonano alla tua porta e ti accorgi che non è il postino, ma due finanzieri che chiedono informazioni sui tuoi conti bancari e poi ti sbattono dentro senza troppi complimenti.

In realtà Gai Mattiolo non ha dovuto subire l’onta del carcere (benedetti arresti domiciliari), ma l’accusa di bancarotta fraudolenta resta, così come i 90 giorni trascorsi a contare i minuti tra la cucina ed il salotto della propria dimora. E gli amici?

Zero bigliettini o telefonate. Non è un ambiente da grandi amicizie il nostro. Le modelle poi sono troppo occupate, sempre in giro per il mondo. Pazienza…  Le uniche lettere che ho ricevuto sono state quelle di Marina Doria, della giornalista Tiziana Ferrario e di Valeria Marini. Lo ammetto, mi hanno commosso. In queste situazioni riesci veramente a capire chi ti è vicino. Non lo dimenticherò.

Solo e dimenticato, quasi un paradosso per uno che ha fatto dell’esagerazione uno stile di vita, come quando faceva indossare alla Venere Nera una giacca da un milione di euro, con tanto di rubini e smeraldi al posto dei bottoni:

E’ vero, ho scelto una comunicazione clamorosa ma soltanto perché io mi sono sempre ispirato a una donna che non vuole passare inosservata, che ama brillare, farsi notare e desiderare. Quindi spacchi, trasparenze, strass, linee fascianti, seduzione insomma. Questo è stile, non megalomania.

Peccato che neanche i suoi conti siano passati inosservati… Coraggio Gai, si può sempre ricominciare dal basso…

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