Uscirà il prossimo 22 novembre, Tanto poi esce il sole, il nuovo libro di Barbara D’Urso. Come confessato al settimanale Chi, la conduttrice si è soffermata prettamente sul racconto della propria infanzia:
Solo le cose dolorose, quelle belle non le ho ritrovate neanche con l’analisi. Così quest’estate ho chiamato gli zii, gli amici d’infanzia. La parte più divertente sono stati i miei primi fidanzatini, la parte dolorosa è stata tutto il resto: ho scoperto molte cose che non sapevo, altre sono rimaste senza risposta.
Della mamma, non ricorda quasi nulla:
Mi hanno raccontato che mamma era come me rigorosissima nell’educazione. Io ogni sera dovevo mangiare alle sette e mezzo in punto e dovevo farlo senza distrazioni, se combinavo una marachella venivo chiusa nello stanzino e per sgridarmi agitava nell’aria un cucchiaio di legno, anche se era costretta in un letto. Era il suo modo di educarmi e di amarmi perdutamente.
Nemmeno del papà, Barbara ha una buona memoria:
Ricordo bene le scudisciate sulla schiena con il frustino da cavallo una volta che a 15 anni tornai in ritardo. Ma c’erano anche altre umiliazioni. Un episodio che non c’è nel libro riguarda quando, una sera a tavola, io gli risposi male, lui prese la zuppiera e me la rovesciò sulla testa, con tutti gli spaghetti, capperi e olive che mi scendevano addosso. Adesso che sono adulta lo comprendo, era il suo modo per cercare di gestirmi, aveva paura di me, che a 15 anni ero già molto carina.
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