Woody Allen a Io Donna: “Sarebbe bello se qualcosa di magico potesse salvarci…”

Il suo prossimo film, Midnight in Paris, uscirà in Italia, il prossimo 2 dicembre. In attesa dell’uscita del film nelle sale, Woody Allen ha rilasciato un’intervista a Io Donna. Il regista si è raccontato, parlando a cuore aperto della sua vita e del suo lavoro.

Woody Allen esordisce, parlando della sua passione per l’illusionismo quando era un adolescente:

Da ragazzino ero un discreto illusionista: conoscevo molti trucchi ed ero attratto da qualunque cosa avesse a che fare con la magia. Forse perché speravo che ci fosse magia nel mondo: l’ho sempre cercata, ma non l’ho mai trovata. Sarebbe bello se qualcosa di magico potesse salvarci. Ma questo qualcosa non esiste.

Parlando della sua scelta di fare il regista e l’attore, dopo una carriera durante la quale ha diretto 42 film, Woody non appare così soddisfatto:

Pensavo che essere una movie star mi avrebbe reso felice. Che mi sarebbe piaciuto andare a Hollywood e vivere tra attori e attrici bellissime. Ma con il tempo (e neanche tanto) mi sono reso conto che a Hollywood non ci volevo andare. Che quella vita non sarebbe stata la risposta a niente. La mia era una sciocca illusione infantile.

Riguardo la sua carriera da cineasta, Allen ha un solo rimpianto:

Se da giovane fossi stato più rigoroso e avessi girato solo quello che volevo, cioè storie serie e profonde, senza preoccuparmi del successo commerciale, forse avrei diretto film più belli. Avrei dovuto avere più coraggio. Invece ho cominciato, e continuato, con quelle stupide commedie che piacevano a tutti… Mi sentivo salvo, sicuro.

Ecco, secondo Woody, i suoi film più riusciti:

Ho diretto 42 film: di sei, massimo otto, sono orgoglioso. La rosa purpurea del Cairo era un buon film. Poi Mariti e mogli, Match Point, Vicky Cristina Barcelona, Pallottole su Broadway; Zelig era interessante. Gli altri… Sì, a posto, ma niente di brillante. Niente da ricordare.

L’intervista completa di Woody Allen su Io Donna uscirà il 22 ottobre.

Photo Credits | Getty Images

6 commenti

  1. L’idea del viaggio nel Novecento (il mio era attraverso l’oppio, a NY – provenienza Parigi di una coppia di innamorati) e l’incontro con importanti artisti dell’epoca è MIA. Avevo depositato i diritti della mia sceneggiatura nel 1996. Spedita un po’ dappertutto, me la ritrovo ora in un viaggio alla rovescia dopo che un importante produttore mi aveva convocata per un altro soggetto che gli era piaciuto. Aveva diversi miei scritti in mano, fra cui questa del tempo che in una notte speciale diventa fluido e fa rivivere grandi personaggi davanti agli occhi stupefatti della coppia (non crisi). Trattato superficialmente da W. Allen, mi sento delusa e tradita.

  2. Strano che W. Allen in crisi di idee da tempo sia uscito improvvisamente con questa idea originale, l’unica che sostiene il suo film, iniziato e concluso in modo banalissimo!

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