Fabrizio Corona e le foto del bunga bunga

Foto:AP/LaPresse
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Bunga bunga è lo slogan più gettonato delle ultime settimane, sebbene in pochi sappiano a cosa equivalga in realtà. I dopocena a casa Berlusconi, con un harem di donne, ragazze, ragazzine ha comunque colpito l’immaginario collettivo, tanto che l’italiano medio pagherebbe di tasca propria per sapere in cosa consista il rito sexy (hot? hard?) consumato periodicamente nella residenza del Premier.

Ma esiste davvero questo bunga bunga o fa solo parte della leggenda? Risponde Fabrizio Corona (e ti pareva che mancava il suo sigillo sulla vicenda) a margine del processo Vallettopoli-ricattopoli che proprio oggi ha conosciuto un nuovo emozionante capitolo nel tribunale di Milano:

Certo che ci sono le fotografie delle feste ad Arcore, e se io avessi continuato a lavorare…

Eh sì, ci costa ammetterlo, ma è un vero peccato che il re dei paparazzi sia uscito dal giro delle foto scottanti, anche se, come ammette lui stesso:

Non c’è nessun giornale che le avrebbe mai pubblicate, né ci sono agenzie che le avrebbero proposte, perché nessun direttore ha il coraggio di pubblicarle. In Italia non c’è una vera libertà di stampa.

In ogni caso:

Quelle foto sono scattate in un ambiente privato e quindi per legge non sono pubblicabili.

Insomma, le foto del bunga bunga non sono come quelle che faceva scattare lui qualche anno fa, chiedendo poi ai protagonisti degli scatti decine di migliaia di euro per impedirne la pubblicazione. E sono proprio i ricatti legati a quelle immagini a creargli ancora problemi con la giustizia italiana. Questa mattina è andata in scena l’ennesima puntata della telenovela, con Corona che si è presentato in aula chiedendo di

essere giudicato in termini di legge. Il carcere mi ha distrutto la vita, dopo quell’esperienza ho commesso una serie di cose per le quali pagherò. In ogni caso, su 250mila servizi solo in nove casi mi hanno accusato di estorsione.

E ti pare poco?

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