Nel giorno in cui avrebbe compiuto 52 anni, Starlettime torna a parlare di Michael Jackson e delle ultime vicende. Innanzitutto, quella riguardante il documento legale inviato dal padre Joe Jackson a Conrad Murray nel quale afferma che il medico avrebbe bevuto in uno strip club diverse ore prima che somministrasse la dose fatale di Propofol all’artista.
Come si legge nel documento:
Il 25 giugno 2009, prima di trattare MJ, l’imputato si trovava presso uno strip club chiamato Sam’s Hofbrau a L.A. e aveva bevuto; è stato dunque sconsiderato da parte sua bere prima di somministrare un’anestesia a Michael Jackson. E ha anche celato la a condotta a Jackson.
L’avvocato della famiglia Jackson, Brian Oxman, fa anche sapere che Michael presentava problemi neurologici e polmonari e soffriva di anemia diverse settimane prima della sua morte. Tra il maggio e il giugno dello scorso anno, ovvero poco prima di morire, il cantante appariva confuso, incapace di ricordare, ossessivo e disorientato. Sempre secondo il documento:
Jackson aveva problemi di memoria, perdita d’appetito e assenza d’energia. Aveva freddo e tremava durante le prove estive per il suo show. Ma Murray ignorò i segni d’infiammazione polmonare, edema cerebrale ed anemia presentati dal paziente. La sua condotta è stata disumana. Una violazione estrema della cura standard.
Intanto, secondo alcuni assistenti del re del Pop, 6 mesi prima della sua morte Jackson era convinto di rischiare un infarto e di essere malato di cancro. Ossessioni scaturite dalla sua dipendenza mentale e fisica da farmaci.
Era distrutto e sentiva sempre di essere malato. Era terrorizzato dal sole in quanto peggiorava la vitiligine ed era convinto di avere il cancro o un tumore al cervello. Altre volte diceva di morire dal freddo o che soffriva di assideramento.
La fine di Jackson la cui vita era davvero appesa a un filo, dunque, era più vicina di quanto si potesse immaginare.