Oh, ma che bella intervista-confessione fa Platinette sulle pagine di Chi. Parruccone, smalto ai piedi e rossetto fuoco, Mauro Coruzzi sotto sotto è vero. In particolar modo quando confessa:
No, non sono innamorato. L’ultima storia importante è stata con un medico che mi ha mollato perché l’ho reso riconoscibile nel mio libro. Dopo di lui ho avuto una storia con un elettricista di Monza, un cretino qualsiasi, però molto bello a cui piaceva baciare. Un giorno mi ha presentato il conto: dietro il suo interesse c’era in realtà un bisogno di soldi. Mi ha letteralmente rapinato. Ma ormai, da quando sono riconoscibile, anche nei miei abiti normali, il dubbio è perenne: non so mai se l’interesse è per me o per quello che posso apportare.
Il sesso a pagamento? Perché no.
Non lo cerco più ma può succedere. Ci sono cene dove sai che puoi trovare ragazzi che non lo fanno di mestiere, ma che sono disposte a farle. Se la seconda volta che li porti a cena gli regali un orologio alla moda, dicendo ‘tanto non lo metto’, stai certo che funziona. Tutti si fanno comprare.
E Plati arriva a spiegare il suo concetto di rapporto sessuale perfetto:
Deve essere il più veloce possibile, senza troppe parole e lamenti. Le chiachiere del dopo, poi, mi mandano in ebollizione il cervello. Ho l’idea di fono che gli uomini servano solo a quello, quindi finito il loro compito devono sparire.
Infine, nonostante la tv italiana la ami:
Vivo uno stato di perenne infelicità, ma quel tanto sopportabile che rende più propenso a godere della felicità quando arriva. Chi è sempre garrulo senza motivo è un idiota. E sogno di tornare all’anonimato. Quel consenso che ho tanto desiderato ora mi pesa. Potrei continuare a lavorare, ma anche anelare a infognarmi di tortelli e salame felino con gli amici al ristorante senza avere gli occhi puntati addosso.
Quanto lo/la amo.