Quando la morte, tra lacrime e stupore, si trasforma in un affare assai redditizio, ci si rende conto che è sempre e comunque il denaro a muovere tutto. Altro che l’amore, motore del mondo.
Sei mesi fa, precisamente il 25 giugno, usciva tragicamente dalle scene Michael Jackson. Una dipendenza dai farmaci più o meno nascosta da anni, un medicinale troppo forte somministrato una notte da un medico incompetente di turno e ancora in libertà (Conrad Murray) e… zac, il sipario si chiude per sempre. A pochi giorni dal suo grande ritorno sulle scene londinesi.
Una triste uscita, sì, che però – è bene ammettere – ha raddrizzato le finanze disastrate del cantante sommerso dai debiti. Infatti, dopo la sua morte, è stato un fiorire di iniziative, uscite di raccolte e dvd, materiale inedito, aste, per non parlare del suo ultimo film-testamento This is it (in uscita a dvd a fine gennaio, e lì sarà l’ennesimo bussiness), e la rivista Forbes ha fatto i conti in tasca. Non ci si stupisce dunque che Michael sia al terzo posto della classifica dei ricconi.
Nell’anno della sua morte, Jackson ha guadagnato più 90 milioni di dollari. E per la precisione, circa l’80% (72 milioni) dell’intera somma sono arrivati nelle casse dopo il decesso.
E se la pellicola cinematografica appunto, ha dato un grande aiuto all’intero carrozzone – il film postumo ha incassato 72 milioni di dollari solo in Nord America e 180 nel resto del mondo – anche il clan Jackson ha saputo come far fruttare (e sfruttare) la morte dell’amato fratello/figlio.
Certo, le sorelle lo piangono da mattina a sera. E il fratello Jermaine non è capace di organizzare un degno tributo a Michael (porello…), però è bravissimo a rimettere insieme i reduci dei Jackson 5 e ad annunciare un tour che partirà proprio nel 2010. E chissà quante altre iniziative partiranno dalla casta Jackson nei prossimi mesi. Per amore, ovvio. Solo per amore…