Alle avventure e alle stregonerie ci è abituato, ma ai tribunali proprio no. Eppure Harry Potter, il maghetto più famoso al mondo, è impegnato in questi mesi in una causa per risarcimento danni.
Decisa più che mai ad affermare i suoi sacrosanti diritti è la sua autrice, Joanne Kathleen Rowling, che ha citato in giudizio la piccola casa editrice Rdr Books per aver pubblicato un dizionario che ha spiegato parole ed espressioni di Harry e compagni, informazioni che andavano assolutamente celate per il continuo della storia.
La querelle va avanti da un po’ e oggi si è tenuta un’udienza a New York dove l’autrice si è presentata puntuale. Il problema è che questo vocabolario non è neanche un’idea della casa editrice, bensì di un fans…
Parliamo di Steven Vander Ark, fondatore nel 1999 del sito hp-lexicon.org. Insomma, un ragazzo che nell’argomento magico ci sta e pure bene, tanto da aver pensato di compilare insieme a tre altri colleghi un inventario on-line della terminologia della storia. Un’iniziativa che ha riscosso così grande successo da aver portato presto a una pubblicazione anche cartacea.
Dopo vari tira e molla dell’autrice, che in un primo momento sembrava pure soddisfatta dell’iniziativa, si è arrivati davanti alla legge con una pesante accusa: violazione del diritto d’autore.
Forse la Rowling ha sbottato quando ha visto che il sito aveva entrate economiche molto elevate, ma lei si è affrettata ad affermare che la pubblicazione del dizionario avrebbe fatto sfumare il progetto di una sua personale enciclopedia, i cui ricavi sarebbero dovuti andare in beneficenza. Nel memoriale che ha consegnato ai suoi avvocati, la donna ha detto precisamente di agire a difesa “della libertà goduta dai veri fan su internet”, a rischio “se gli autori si vedessero costretti a proteggere le proprie creazioni in maniera molto più rigorosa”.
Una cosa è certa: in questo caso, più che mai, tutto gira intorno ai soldi. L’opera di Rowling, arrivata alla settima serie, è stata pubblicata in 64 lingue diverse, ha venduto oltre 400 milioni di copie e ha ispirato un omonima serie di film che ha incassato 4,5 miliardi di dollari in tutto il mondo.
Chiunque, al posto dell’autrice, si sarebbe incavolato. Anche voi.